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"Grande è la forza di richiamo che risiede nei luoghi." (da Cicero)

Haliotimorpha e Chemnitzia

Questi gasteropodi di grandi dimensioni disponevano di lunghe spine o grossi nodi, da un lato per irrobustire la conchiglia, e dall’altro per nascondersi tra i ciottoli, mantenendo però il contatto con l’acqua agitata che caratterizzava l’habitat dell’associazione poi trascinata in profondità, e che oggi conosciamo come ‘tufi a pachycardia’.

Fedaiella

Questi gasteropodi a forma sferica potevano raggiungere dimensioni notevoli, e avendo una superficie liscia riuscivano a restare attaccati agli scogli anche in presenza di un moto ondoso intenso. Possiamo immaginare queste conchiglie punteggiate da colori vivaci, poiché in alcuni esemplari sono ancora visibili delle tracce policrome, anche se non sappiamo ancora di quale tinta fossero.

Pachycardia

Questo mollusco bivalve costituisce il 90% dei fossili che ritroviamo negli strati dei ‘tufi a Pachycardia’, che non a caso hanno questo nome! Sono dei sedimenti grossolani (arenarie e conglomerati a ciottoli arrotondati di origine vulcanica) tipici dell’Alpe di Siusi, e si tratta di depositi fossili con organismi che vivevano sulle rive delle isole vulcaniche, dove il moto ondoso era molto intenso. La Pachycardia, infatti, aveva un guscio molto spesso che la rendeva resistente alle forti sollecitazioni delle onde marine.