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"Grande è la forza di richiamo che risiede nei luoghi." (da Cicero)

Casa Lenert

Nel 1874, Franz Moroder de Plandemurada ristrutturò la piccola casa colonica in località Lenèrt, avviando la produzione di arte sacra come nuovo ramo d'attività della ditta Frateli Moroder. Nel 1906, acquistò un istituto d'arte ad Offenburg, di cui i figli Eduard e Rudolf assunsero poi la direzione. A casa Lenért e ad Offenburg lavorarono, fino alla prima guerra mondiale, fino a 40 artisti e decoratori. Il nipote Norbert lavorò come intagliatore nell'antico laboratorio della casa fino a pochi anni fa, quando cessò l'attività.

Villa Domur

Già nel 1888, nell'antica casa colonica di Domur esisteva un laboratorio della scultrice Christina Rifesser. Nel 1903, Mathias Comploy ristrutturò quell'ediicio acquistato dalla madre a Tieja, trasformandolo in una villa in stile fin de siècle e realizzandovi un laboratorio privato di apprendistto per scultura e falegnameria nella costruzione di altari lignei. Dal 1910 ci abitò con sua famiglia Albino Pitscheider, uno degli istruttori,  mentre   il laboratorio di produzione dovette essere messo all'asta da Comploy dopo la prima guerra mondiale.

Villa Venezia

Johann Baptist Moroder, figlio di Josef Moroder Lusenberg ed egli stesso uno degli scultori gardenesi più importanti nei primi anni del Novecento, progettò personalmente e fece costruire Villa Venazia intorno al 1903/4, in stile neorinascimentale e con una balaustra impreziosita da colonne lignee marmorizzate. Annesso alla villa c'era un laboatorio di scultura con un lucernario a cupola. Davanti al nuovo edificio un tempo sorgevano il mulino della fattoria Planaces, la fucina a carbone del fabbro e una segheria.

Villa Argentina

Villa Argentina ricorda un altare costruito fra il 1918 e il 1920 per una chiesa di Cordoba (Argentina) che misurava ben 23 metri di altezza e 10 di larghezza. Il responsabile di quel progetto mastodontico (il più grande altare mai realizzato in Val Gardena) era Josef Stuflesser (Bera Pepi de Petlin), che dopo la prima guerra mondiale  aveva rilevato l'istituto d'arte sacra in via Purger. Col ricavato dell'altare venduto a Cordoba, nel 1920 Stuflesser comprò quest'edificio ricavandovi la propria abitazione e l'ufficio della sua ditta di esportazione.